venerdì 6 gennaio 2012

Un passaggio dalla Befana

Sono entrate stanotte alle 2. Come sempre hanno cercato di fare piano, per non svegliarci, noi che in ospedale dormiamo sempre poco e che la mattina sembriamo donne-panda, lì ad armeggiare con i correttori di occhiaia per mascherarci un po' davanti ai figli e mariti. Come sempre hanno controllato la pompa di infusione, come sempre hanno sistemato le terapie con in mano la lampadina tascabile per non fare troppa luce, come sempre hanno dato un'occhiata al "bilancio dei liquidi", il foglio dove segniamo quanta pipì fanno i nostri figli, che per chi fa chemio significa quanto veleno buttano via.

Le infermiere della notte, però, questa volta si sono fermate ancora un po'. Hanno preso due calze piene di dolci, poi un pacco regalo con sopra scritto "Angelo" (o Astrid, o Martina, o Manuel) e lo hanno posato ai piedi del letto. "E' arriva la befana", hanno sussurrato, dandomi una carezza sulla spalla, quando il rumore della carta da regalo sul materasso mi ha fatto fare un salto di botto, evocandomi chissachè. "Adesso dormi", mi hanno ordinato, con la premura di sempre, che se non avessi loro non so come farei, spegnendo la lampadina tascabile e scivolando via.

Così noi che abbiamo fatto Natale e Capodanno a casa e siamo rientrati nel regno di Op da poche ore, con la febbre alta e le solite paure in tasca, ci siamo sentiti accarezzati un po' dall'ultima delle feste, raggiunti anche qui, per dolcezza e per miracolo, dalla magia semplice e gratuita della Signora con la scopa. E quando Angelo si è svegliato, abbiamo scartato il brontosauro di plastica verde dai mille suoni e rubacchiato cioccolate di ogni tipo dalle sue calze. Fatto fotografie, parlottato con i vicini di stanza sulle nostre befane di quando eravamo bambini, intravisto i piccoli nelle stanze armeggiare con i trenini, giochi da tavola, puzzle, peluche di Hello Kitty e Mennie tuttofare.

Ora aspettiamo i ragazzi delle associazioni di volontariato che verranno a portare altre calze, altri doni e un po' di canzoni e giochi da fare insieme e musica e allegria. E ci crediamo davvero, un minuto o un istante, che la signora con la scopa spazzi via un po' del nostro destino complicato e ci dia un passaggio fuori di qui, prima o dopo, liberandoci dalle flebo e dalle stanze di isolamento, portandoci insieme a tutti gli altri bambini a fare un giro sulla giostra di piazza Navona, in mezzo alle bancarelle, ai turisti e a mille altre persone. Un passaggio di ritorno nella vita che avevamo e volevamo, prima di accontentarci di questa. E restarci aggrappati, a questa, con le unghie e con i denti, senza mollare la presa.
Hasta la Victoria, qui nel regno di Op.

6 commenti:

  1. "siempre".....non mollare ...tu e tuo figlio siete una forza della natura!! un bacio grande
    Giovanna Patimo

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  2. buona befana tesoro a te e al tuo angioletto.

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  3. Coraggio Paola avanti sempre anche se a denti stretti... ungrande abbraccio
    Rosa Cangelli

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  4. Un dolce e grande abbraccio a te e al tuo bimbo.Paola, forza... con tutto il cuore.
    Ada K.

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  5. Cara Paola ,
    la tua esperienza rievoca un pò la mia ,vissuta con mia madre , al punto di sentirne gli odori, gli umori, le ansie...
    Leggerti in queste righe mi provaca un'emozione talmente forte da togliermi le parole forse perchè , in questi casi, sono davvero poche.
    L'unica cosa che posso dirti, se può in qualche modo aiutarti, è che da quando ho scoperto il tuo fardello non passa giorno che non dedico un momento di preghiera al regno di OP ed in particolare al tuo fantastico cucciolo d'uomo che sono sicura nè uscirà vincente.
    Tieni duro!
    Un caloroso abbraccio, Francesca

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